Ipotiroidismo e Alimentazione
Una tiroide ‘pigra’ è alla base del metabolismo lento, ma si può contrastare con un’alimentazione sana ed equilibrata.
Chi non conosce (e invidia un po’) almeno un amico che può mangiare tutto ciò che vuole e non ingrassare mai? Si sa, è una questione di metabolismo: chi ha un organismo che trasforma velocemente il cibo in energia di norma è più magro. Alimentazione sana ed esercizio fisico possono fare miracoli, ma a volte a rallentare il metabolismo è il malfunzionamento di una ghiandola: la tiroide.
Se infatti l’ipertiroidismo (una super produzione di ormoni tiroidei) è un fenomeno raro, il disturbo più frequente della ghiandola è l’ipotiroidismo, ovvero una certa ‘pigrizia’ nel produrre i propri ormoni. Esistono tuttavia dei cibi che aiutano la tiroide nel suo lavoro quotidiano.
I cibi ricchi di Iodio e di Selenio
“Non esiste una dieta standard contro l’ipotiroidismo– perché le cause di questa disfunzione variano caso per caso. C’è però un elemento fondamentale per regolare il funzionamento della tiroide, lo iodio”. Consigliati dunque alimenti ricchi naturalmente di iodio sono pesce di mare, alghe, crostacei e molluschi.
Anche latte e uova contengono iodio, ma non più di due o tre volte a settimana.
Sul cocco e sull’olio di cocco invece, nonostante in rete girino articoli che affermino il contrario, non c’è alcuna prova scientifica che facilitino i processi tiroidei. Indicato per la tiroide è il selenio, un minerale antiossidante contenuto in cereali, carne e pesce molto utile per la sintesi degli ormoni tiroidei.
I cibi da evitare
Alcuni alimenti invece aumentano il fabbisogno di iodio: sono i cosiddetti ‘cibi gozzigeni’, che pertanto in caso di problemi alla tiroide andrebbero consumati con moderazione. Si tratta di cavoli, broccoli, cavolfiori, soia, semi di lino, rape, ravanelli, miglio e in generale i cereali integrali. Non sono però da escludere dalla propria dieta, perché, oltre ad avere molte altre proprietà benefiche per l’organismo, i loro effetti negativi sono molto mitigati se li si cuoce”. Basta dunque non abusarne e non mangiarli crudi.
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